Writers Residency
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CHINA ALEMANA
Il ristorante sembra racchiudere in sé tutti gli stereotipi della cultura CINESE, a partire dal nome: “Dschingis Khan”.
Una scenografia prelevata da un film degli anni ‘90 e inserita nel più TEUTONICO dei parchi.
Essendo già pomeriggio inoltrato la sala interna è vuota, alcuni luoghi appaiono quasi alieni visti in orari e in situazioni diverse.
Al tavolo siamo seduti in sette, beviamo tè verde.
Una valigetta di legno contiene “The hundred thousand books” di Mario Bellatin.
La conversazione è portata avanti usando lingue diverse: ITALIANO, SPAGNOLO, INGLESE e quando è necessario FRANCESE.
Si aggiunge una persona.
Si parla di viaggi e NAZIONI dove si è vissuto.